Inserita in Sport il 06/01/2016
da Gabriele Li Mandri
18^ GIORNATA DI SERIE A: VOLA IL QUARTETTO DI TESTA, AFFONDANO ROMA E MILAN
(Foto: ANSA)
Il 2016 s´è aperto all´insegna della continuità. Non tanto a livello di risultati, visti gli alti e bassi di dicembre, quanto piuttosto in base ai valori espressi in campo: in altre parole fra Inter, Fiorentina, Napoli, Juventus, e le altre squadre del campionato, c´è un abisso. Un abisso di punti, e di qualità.
A cominciare dal Napoli che, pur essendo stata l´ultima a scendere in campo, è sembrata per meriti sportivi la prima ad onorare il nuovo anno. Contro il Torino, al San Paolo, non c´è stata storia: non fosse stato per il rigore inventato su Bruno Peres (e concretizzato dall´ex Quagliarella), la superiorità del Napoli sarebbe sembrata criminale. Il 2-1 finale è solo la copertina di un best seller che parla di gol meravigliosi (come il pallonetto di collo esterno di Insigne), di uno-due da favola, di velocità, di possesso e di predominio. Il terzo posto sta strettissimo al Napoli, ed è solo un puro vezzo esadecimale visto che è tale per un misero -1 nella differenza reti con la Fiorentina, ed un -1 in classifica nei confronti della capolista Inter.
Ed è proprio l´Inter a meritare, in graduatoria dopo gli azzurri, i complimenti. Una squadra quadrata, al limite dell´ossessione, che non si scompone mai e che massimizza sempre ciò che merita. Giocare ad Empoli era un rischio enorme, soprattutto dopo la sconfitta in casa con la Lazio: è bastata una zampata di Icardi per allontanare pericolose crisi d´identità. Ora che il bomber argentino ha ripreso a segnare, lo scudetto è tornato un sogno non impossibile.
Sullo stesso piano Fiorentina e Juventus che, nonostante le rivalità cittadine, condividono la dipendenza dai propri fuoriclasse: i bianconeri non hanno un gioco brillante ma estremamente efficace, soprattutto perché abile nello sfruttare il talento di Dybala e la forza sui calci piazzati. La Fiorentina, quando non segna Kalinic, è Ilicic-dipendente: lo sloveno è tornato ai tempi del Palermo, quando spaccava le partite a metà con la sua tecnica e la sua determinazione. Con due giocatori così, inutile fare pronostici là davanti. Perché tutto è possibile.
Una sensazione che non vale per un Milan che, sconfitto in casa dal Bologna, non dovrebbe comunque rischiare la retrocessione. Questa è l´unica buona notizia per i rossoneri perché, nonostante le curiose metafore del leone e delle pecore di Mihajlovic, la squadra è indifesa come un cucciolo. Sia in campo, sia fuori. La società è allo sbando, l´allenatore è praticamente esonerato già a gennaio (Allegri e Inzaghi docet), il mercato langue ed i tanti soldi buttati in estate imporranno il sacrificio di un fuoriclasse. Insomma, più passano gli anni più il futuro diventa più nero che rossonero.
A metà sta la Roma, in quella terra di nessuno che non può far gridare al fallimento totale ma neanche al premio di consolazione. Con il pareggio contro il Chievo, i giallorossi sono scivolati a -5 dal terzo posto: nulla di irrecuperabile, ma abbastanza per cominciare a preoccuparsi seriamente. Febbraio sarà un mese fondamentale, anche per la Champions.
Gabriele Li Mandri
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